Si tratta di un aggiustamento artificiale reso necessario dalla discrepanza tra il tempo coordinato universale (Utc) e l’ora naturale, scandita dalle rotazioni terrestri tale ritocco si chiama secondo intercalare.
Ogni giorno la rotazione terrestre subisce un rallentamento di due millesimi di secondo circa ecco perché dal 1961 a oggi si è deciso di intervenire con più di 30 ritocchi agli orologi.
Non è una regola fissa: a stabilirlo di volta in volta è lo Iers (International Earth Rotation and Reference Systems Service) l’organismo che si occupa appunto della sincronizzazione tra tempo umano e tempo naturale. Ogni sei mesi lo Iers redige un bollettino in cui annuncia la necessità o meno di inserire l’aggiustamento, di solito si tratta di un ritocco ogni 18 mesi.
Ecco perché si scatenò un ampio dibattito all’interno della comunità scientifica tra chi sosteneva il necessario superamento dell’intervento e chi ne giustificava ancora l’uso. Anche quest’anno il secondo intercalare desta non poche preoccupazioni.
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